Master Photographer

Attilio Scimone ha dedicato oltre 40 anni del suo percorso professionale alla ricerca fotografica. Ha sperimentato in tutte le sue forme la fotografia all'interno di una sintesi di  materia e luce.

Dal 1971 durante gli anni accademici di Architettura a Palermo si occupa di fotografia paesaggistica e di architettura. Sono di questi anni i primi approcci con la sperimentazione collaborando con diversi artisti. Fin da subito stampa personalmente le fotografie esplorando la possibilità estetica e creativa della chimica fotografica. Lavora a diversi progetti utilizzando come elemento espressivo la fotografia e la stampa  in bianco e nero, iniziando così un percorso artistico che sarà  punto di riferimento nei successivi decenni.

Negli anni 80 si dedica alla fotografica di paesaggio, architettura ed archeologia industriale. Gli viene commissionato dalla Provincia Regionale di Caltanissetta uno studio dal titolo "Caltanissetta ed il suo territorio", dalla vasta documentazione fotografica prodotta utilizzando il formato 4x5", e pubblicati 5 volumi. In quell’occasione importanti critici e scrittori parleranno del suo lavoro: Massimo Ganci, Francesco Carbone, Franco Spena, Gino Cannici. Sono di questi anni la campagna fotografica di archeologia industriale che ha avuto come oggetto le miniere abbandonate di zolfo della Sicilia.

Gli anni '90 sono dedicati alla sperimentazione fotografica. Sono perfezionati molti processi di viraggio e soprattutto vengono realizzate parecchie opere con la tecnica del Grignotage e del Polaroid Transfer. Cominciano a delinearsi anche i temi che riprenderà in futuro con rinnovata creatività e nuove visioni sempre adeguate alla contemporaneità del momento.

 

Dal 2000 la sua ricerca si sposta completamente sull'aspetto tematico ed estetico nell'assoluta analisi di un percorso che sarà totalmente dedicato al segno della materia e della luce. Nascono così una serie di ricerche: "Materia e Luce", "Silenzi", "Still", "Multiverso", "Naufrago", "Suoni", "Luci a Sud", “Studio”, “Women in nondescript landscape”, “Paesaggi Intimi”, “Variazioni”. Importanti critici e saggisti si occupano del suo lavoro: Jean Claude Lemagny, Diego Gulizia, Pippo Pappalardo, Mario Lentini,  Antonio Vitale, Franco Spena, Giuseppe Alletto, Giovanna Cavarretta, Alberto Giovanni Biuso, Ignazio Apolloni, Carmen De Stasio. Vengono prodotti una serie di libri d'artista che sono editati in copia unica. La ricerca assume aspetti sempre più orientati verso un segno sempre presente nelle opere. Diverse opere e libri d'artista arricchiscono collezioni pubbliche e private.